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martedì 30 dicembre 2014

Ora è giunto il nostro momento!!!!

 


Questa Signori, che ci crediate o no, è la nostra povera Italia. Distrutta, congelata, lerdamente confiscata dall'Autorità ladrona dei nostri infimi governati. Serrande abbassate, pagine e pagine di fallimenti aziendali sulle testate giornalistiche, ristoranti mezzi vuoti od in vendita, cartelli con diciture "svendo tutto per cessata attività" sparsi un pò ovunque. Devastante. Un campo fiorito per Equitalia.

Tanta è la rabbia per questa situazione, tanto è il cordoglio per queste persone che quotidianamente vedono sfumare il proprio denaro, i propri soldi, i propri risparmi, dentro un vorace turbinio di nefandezze politiche, amministrative e di strategie finanziarie del nostro ignobile apparato statale.

Sotto i portici delle nostre città, ciondolanti, ma ancora una volta in piedi, gli anziani. Sono i nostri nonni, i nostri genitori, che dopo 2 guerre mondiali, una manciata di campionati di calcio del mondo persi come tontoloni in una pasticceria, mani pulite, il clientelismo verso i politici, le nipotine ecc ecc ecc.. pensavano forse di averle viste tutte. Invece no. 
Dal baratro nel quale mestamente siamo stati accompagnati, siamo riusciti ancora una volta  a sprofondare. Scavando, scavando, e scavando ancora. Se continueremo così arriveremo in Cina....

Noi, ora, non possiamo restare a guardare, come spettatori increduli difronte ad una magia ben riuscita. Dobbiamo sostenere i pilastri della nostra società, perché un tempo, non lontano, gli anziani di oggi ci hanno sostenuto, elargito mance dalle loro pensioni, baciato con dolcezza sulle guance e accarezzato con le loro dure e fredde mani da lavoratori, stretti al petto per proteggerci ancora una volta, cullati per farci addormentare ed incoraggiato nei nostri momenti più bui.

Ora è giunto il nostro momento. Dobbiamo unirci insieme come un maremoto, per proteggere la dignità che è stata tolta, a loro prima che a noi. 
Confinati, da uno Stato becero e arraffone, nelle loro case ormai vecchie, nei loro cappotti sgualciti, ancora innamorati delle loro cose conservate fedelmente negli anni. Intrappolati da pensioni sempre troppo esigue, per permettere loro di vivere un'esistenza meno solitaria e pregna di dignità.

Non possiamo permettere che ciò continui in questo modo, lo Stato lascia i nostri anziani in condizioni disumane, dopo che per anni hanno tirato il carretto di questa nostra società, dopo che per anni hanno sostenuto il cielo sopra le nostre teste, dopo che per anni hanno difeso la nostra dignità.

Mentre loro, gozzovigliano come lupi sui banchetti dell'Olimpo, come invitati troppo a digiuno per non ingozzarsi nella tavolata imbandita di ogni prelibatezza. Loro lì a guardarci, a impietosamente fregarsene delle persone che, con il loro lavoro hanno ingrassato i loro predecessori e forse favorito, ora, la loro permanenza al tavolo nuziale.

I nostri padri, le nostre madri, i nostri suoceri, nonni, vicini di casa, siano per noi un esempio di rettitudine, di speranza, sempre fieri, sempre austeri nell'aspetto, ma ormai privi di quella forza umana, fisica che gli permetterebbe ancora una volta di imbracciare le armi difronte a questa scempietà.

Che siano un monito incandescente, stampato col fuoco nelle nostre viscere, perché possa farci comprendere una volta per tutte che ora tocca a noi, ora tocca ai loro figli, alle loro nuore, ai loro nipoti, scendere in campo con fiera determinazione, speranza, devozione ed infinita rettitudine, per scacciare questa orda di affamati calpestatori dell'onor di patria.

Nulla è ancora perduto se insieme cavalcheremo verso il muro eretto dalla politica a difesa dei loro castelli d'avorio, se insieme a muso duro affronteremo le mille insidie di questa epica battaglia, se insieme ora e sempre con piglio deciso, chiuderemo a riccio le nostre dita nella nostre mani, per sferrare un colpo più forte del nostro desiderio.

Questa è la nostra casa. Questa è la nostra patria. Sarà il suolo sul quale cresceranno i nostri figli, il suolo nel quale verranno sepolti i nostri padri e le nostre madri, il suolo sul quale abbiamo costruito la nostra vita fino ad ora. Non possiamo permettere che sia arato e seminato da queste immonde scelte politiche.

I frutti marci e maleodoranti che dal nostro suolo nasceranno, saranno, un giorno, ciò che decideremo insieme, oggi, di lasciare in eredità a chi verrà dopo di noi.

Il presente che compiremo ora, sarà il futuro dietro di noi.

Non farti governare...Credi in te stesso.

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