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mercoledì 31 dicembre 2014

Dignità!!!!

 



Talvolta, quando il sole scende mestamente al di là dell'orizzonte che mi pare sconosciuto, accendo una sigaretta affacciandomi gravemente alla finestra, per pensare.  
E la sigaretta che amica mi riscalda, brucia lentamente, tra le dita della mia mano.   

Penso a ciò che vedo ogni giorno della mia vita, a ciò che, come un instancabile osservatore, devo assistere mio malgrado nella nostra amata patria.

Vedo giovani deambulanti bighellonare per le strade con sguardi vuoti, nascosti da risate sforzate, quasi cercassero una risposta al loro girovagare senza una meta precisa. 
Vedo laureati travestiti da camerieri nei bar del centro, sulle porte delle attività in attesa di qualche cliente per dare un senso alle proprie giornate.
Vedo camerieri travestiti da nullafacenti, con in braccio curricula stampati, pronti a gettarsi in ogni dove per affittare un posto di lavoro almeno per il week end.
Vedo operai, un tempo impiegati, per le strade, con gli sguardi nudi, assenti e trasparenti, stringere la mano dei loro figli, delle loro mogli, soffermarsi davanti alle vetrine di negozi sempre troppo vuoti, nei quali non possono entrare ma vorrebbero.
Vedo persone, di tutto punto agghindate, in cerchio, bestemmiare contro lo stato e la crisi e le difficoltà che ogni giorno incontrano per portare a casa il cibo per le loro famiglie.
Vedo infermieri, medici, avvocati, assistenti sociali, camionisti, muratori per le strade della città con vite sprecate, vedo giovani con potenzialità smisurate con le valige in mano pronti ad abbandonare il nostro paese per ricercare una nuova vita al di la dei nostri confini.
Vedo, un'incredibile quantità di potenzialità gettate, abbandonate, perse per la strada e offerte sull'altare del dio denaro, per ingrassare le già ricche condizioni dei suoi discepoli.

Poi, vedo il cuore ammalato di questa società, il veleno ignobile iniettato nel nostro tessuto sociale. I politici. Seduti ai caffè nelle loro giacche firmate, con stuole di scribacchini al loro seguito seduti ai tavoli un pò più in là, che ridono, si scambiano gli auguri, promesse per l'anno nuovo, mentre il popolo disoccupato piange ancora e ancora l'inefficienza dei propri governanti.

Un tempo le piaghe sociali erano, la droga, la prostituzione, ora questo infimo governo ha cancellato nelle nostre memorie i problemi personali, portando alla ribalta una nuova calamità nella nostra società. La disoccupazione.
L'arma migliore per costringere un popolo alla schiavitù, perché genera il bisogno. Il bisogno di un aiuto statale che per questa strada incatena ancora di più il singolo alla sua grassa mamma. Lo stato.

Pochi applausi dalla platea, pochi sorrisi accondiscendenti nella folla urlante, ora cominciano ad intravedersi gli occhi severi, le mani alzate, i denti digrignati, le urla e le pietre. 
Le televisioni cominciano a spegnersi nelle case ed il popolo comincia a zittire questi schiavi dei padroni, imbellettati e con i pantaloni abbassati pronti a leggere notizie troppo spesso falsate nella loro verità.

Le testate giornalistiche cominciano ad essere invendute ed i loro controllati giornalisti fedeli fino alla morte, calunniati, inascoltati e nel silenzio derisi.

Dalla disoccupazione siamo passati alla fame e la fame porta sempre alla ribellione, alla contestazione necessaria per ristabilire l'ordine delle cose, per ritornare a condividere ciò che ci è stato rubato negli anni, ciò che ci è stato preso con il sorriso sulle labbra, ciò che ci è stato tolto e redistribuito ad altri sopra di noi.

I botti, i fuochi, le urla dell'ultima notte dell'anno non saranno gli unici che sentiremo in questo nuovo 2015, saranno l'inizio di un nuovo anno di contestazioni furibonde, nate dal vecchio popolo affamato e deriso per il nuovo popolo indomabile e coeso, che ora non ha più da perdere se non la propria dignità. 

La dignità, la nostra unica difesa contro una vita insulsa che non vale la pena di essere vissuta. Non ce la porteranno mai via se ci uniremo, se insieme porteremo e alzeremo la bandiera della nostra patria fin su ai palazzi del potere, con l' infrangibile fermezza di uno scudo d'acciaio.

Assetati di giustizia e fervido ardore, colpiremo duro senza pietà e a viso scoperto, cosicché possano vedere prima di ritornare nelle loro case divenute buie e solitarie, il colore della disperazione di un popolo calpestato.

Vedo nella folla riunita, madri, padri, figli, pensionati, disoccupati, tutti per mano in un fronte comune, come un muro, marciare come un esercito senza paura e costretto dalla necessità, piegare la schiena dei propri padroni all'unisono grido: DIGNITA'!!


Non farti governare...Credi in te stesso.

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